Facendo un giro sia nei grandi che nei piccoli centri urbani, è facile notare zone di degrado, dovuto non tanto, o, meglio, non solo, all’abbandono da parte delle istituzioni, ma soprattutto ad una scarsa considerazione da parte di cittadini, tra i quali si nascondono i cosiddetti vandali.
E, se quello del vandalismo è un problema da non sottovalutare, perché abbruttisce i luoghi in cui viviamo e li rende meno appetibili agli occhi di potenziali turisti, la microcriminalità lo è ancora di più, perché mina il tessuto sociale dal suo interno, rendendo i cittadini sempre più diffidenti e spaventati. È un dato di fatto che un po’ in tutte le città, dal nord al sud, siano aumentati furti, scippi, aggressioni ai cittadini e spaccio di droga, complice molto spesso le ristrettezze in cui si vive a causa della crisi economica.
Si avverte sempre più la necessità di rafforzare la sicurezza dei cittadini, studiando piani che vanno da un più approfondito controllo da parte delle forze dell’ordine all’organizzazione di vere e proprie ronde, non sempre legali e spesso contestate da una parte degli stessi cittadini, che si rifiutano di vivere in luogo in un certo senso “militarizzato”.
Una soluzione curiosa, e che scatenerà il dibattito anche a livello nazionale, è quella adottata dal Comune di Aosta per porre fine ad atti vandalici e microcriminalità: disseminare telecamere nascoste per tutta la città. Il provvedimento è stato già messo in atto nei parchi cittadini, ma la giunta ha dato il via libera ad un progetto da 180.000 per la videosorveglianza delle vie e dei vicoli del centro. Un sistema non solo per proteggere la città da writer, ovvero imbrattatori di muri, ma soprattutto per proteggere i cittadini da malintenzionati.
Ora, se da un lato ci si chiede quanto questo sistema di microcamere sarà efficace nella prevenzione di certi problemi (in molti sono d’accordo e ritengono la soluzione più che giusta), dall’altro c’è chi teme di veder violata la propria privacy, pur trattandosi di luoghi pubblici.
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