Rivolta, il fantasma di Mubarak spaventa gli Ayatollah

Rivolta, il fantasma di Mubarak spaventa gli Ayatollah

L’ondata di protesta partita dal nord Africa arriva in Medio Oriente e si abbatte prima sull’Egitto e ora sull’Iran. Dopo le proteste sanguinose del 2009 l’Onda Verde riformista scende di nuovo in piazza contro il presidente Ahmadinejad. Il centro di Teheran è il teatro di violenti scontri tra milizie, fiancheggiate dalla polizia, e manifestanti. Fonti come la Bbc parlano di una situazione praticamente fuori controllo. I siti di alcuni media ufficiali sono stati attaccati dagli hacker come in Egitto. La caduta di Mubarak diventa un boomerang per il regime degli Ayatollah.

Il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad non aveva nascosto la sua soddisfazione per la caduta di Hosni Mubarak in Egitto, la fine del garante della pace con Israele apre infatti la possibilità di ridisegnare un nuovo equilibrio in Medio Oriente, dove l’Iran può giocare un ruolo ancora più importante di quello che già svolge. Ma i calcoli del leader iraniano si stanno dimostrando non perfetti perchè la rivolta partita dal nord Africa è arrivata anche a Teheran, risvegliando quell'”onda verde” riformista protagonista delle lotte del 2009 iniziate dopo le contestatissime elezioni presidenziali.

Nella capitale iraniane un’ imponente manifestazione in solidarietà con il popolo egiziano sfida apertamente il governo. Il corteo non è stato autorizzato e le notizie che giungono parlano di pesanti scontri tra manifestanti e milizie. Testimonianze della Bbc riferiscono di un caos totale che regna al centro di Teheran con migliaia di persone che sono state affrontate con lancio di lacrimogeni e violente cariche.

La tensione è andata aumentando già nei giorni scorsi, uno dei leader del movimento di protesta Mehdi Karroubi aveva già fatto sapere che le autorità se «non permetteranno al loro popolo di protestare, andranno contro tutto ciò che hanno detto e hanno fatto in merito all’Egitto». Sul fronte opposto non sembra esserci nessuna apertura con il comandante dei Pasdaran, Hossein Hamadani, che ha definito gli oppositori dei cadaveri cospiratori.

Intanto così come Tunisia ed Egitto, la rete diventa protagonista della protesta. Infatti alcuni siti web di media governativi, tra cui quello della tv di Stato ‘Irib’ e dell’agenzia d’informazione ‘Irna’, sono stati oggetto di un attacco informatico da parte del gruppo di hacker conosciuto con il nome di ‘Anonymous‘. Lo ha riferito il sito d’opposizione Iranpressnews, precisando che gli hacker hanno reso molto difficile l’accesso anche ad altri siti d’informazione governativi come l’agenzia ‘Ilnà e ‘Aftabnews’.

Da quello che si apprende anche il leader riformista, Mir Hossein Mousavi, e la moglie, Zahra Rahnavard, si starebbero dirigendo verso i manifestanti dell’Onda Verde, questo nonostante la polizia iraniana aveva impedito alla coppia di uscire di casa.

Fonte: AMI

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