Negli scorsi mesi ha destato molto scalpore la vicenda del parlamentare IDV Francesco Barbato, che si è recato in Parlamento munito di una telecamera nascosta all’interno dell’occhiello della sua giacca.
Grazie alla microcamera, l’onorevole Barbato è riuscito a riprendere e registrare i suoi colleghi in situazioni decisamente sconvenienti per un parlamentare, ad esempio documentando le parole del suo ex collega di partito Antonio Razzi, che ha ammesso di essere passato al movimento dei Responsabili di Scilipoti dietro pagamento di una ingente somma da parte dell’allora premier Berlusconi, che grazie ai Responsabili (da allora ribattezzati “Disponibili”) ha potuto salvare la sua carica per qualche mese prima della caduta.
Di fronte a rivelazioni di tale portata, in qualsiasi paese del mondo ci sarebbero state levate di scudi contro i parlamentari “in vendita” , con conseguenti richieste di dimissioni. In Italia invece, la levata di scudi da patre degli altri deputati c’è stata sì, ma contro Barbato, reo a loro dire di “avere compiuto atti ignobili” nei confronti degli altri colleghi e di aver “offeso il Parlamento”.
L’indignazione della Casta contro le telecamere nascoste di Barbato è stata assolutamente bipartisan, con Lega, PDL e PD ancora una volta uniti a difesa delle prerogative e dei privilegi dei parlamentari, tanto sono divisi quando si tratta di approvare provvedimenti a beneficio dei cittadini.
Barbato si era introdotto in Parlamento con una minicamera occultata nella giacca, accostando i colleghi sospettati di essersi “venduti” all’allora maggioranza, e riuscendo a farli parlare di tali “peripezie”, mentre il tutto veniva debitamente registrato per essere poi mandato in onda in TV nella trasmissione “Gli Intoccabili”.
Non appena il trucco è stato scoperto, immediatamente sono partite le richieste da parte degli altri parlamentari, offesi da tale “insulto”, di bloccare la diffusione di tali registrazioni, chiedendo al presidente della Camera Fini di censurare il comportamento di Barbato.
Da parte di Fini non è invece arrivata nemmeno una parola di censura verso Barbato, le cui registrazioni hanno potuto essere trasmesse, in modo che l’opinione pubblica potesse rendersi ancora una volta conto di chi la rappresenta….