Il colosso energetico EDF – Électricité de France, uno tra i primi produttore di elettricità a livello mondiale, si è preso una bella multa la settimana scorsa. 1.3 milioni di sterline per essere stato riconosciuto colpevole di spionaggio industriale contro Greenpeace, l’organizzazione non governativa che porta avanti le sue battaglie per preservare il pianeta terra, contro gli scempi e l’inquinamento.
Ma raccontiamo meglio tutta la vicenda. Jean McSorley, 53 anni, è un importante attivista anti-nucleare, che ha contribuito a fondare il Gruppo di Azione Barrow nel 1980, che in seguito divenne noto come Cumbrians Opposed to a Radioactive Environment (CORE). La signora McSorley ha lavorato come coordinatore anti-nucleare per Greenpeace durante tutti gli anni novanta ed ha anche lavorato nell’università e pubblicando libri, viaggiando in Australia e in Estremo Oriente.
La società francese EDF è stata trovata con le mani nel sacco, in possesso dei profili di diversi attivisti in Francia e nel Regno Unito. Tutta l’organizzazione ecologista era tenuta sotto controllo dalla multinazionale, con microspie ambientali ed anche il computer dell’ex capo delle campagne di Greenpeace Francia, Yannick Jadot, era stato violato nel 2006.
Con una certa dose di ironia la signora McSorley ha detto che, anche se tutte le informazioni su di lei erano già di pubblico dominio, i metodi della società sono stati subdoli.
Oltre alla multa EDF è stata condannata a pagare 428.000 sterline di danni a Greenpeace. Ma non finisce qui. Il direttore esecutivo di EDF, Pierre-Paul François, è stato condannato a tre anni di carcere insieme a Pascal Durieux e Thierry Lorho. Philip Lieberman, Presidente e Amministratore Delegato, specialista nella gestione dei casi di furto di profili delle identità, ha detto che il caso di EDF, un trojan utilizzato per spiare Greenpeace – è notevole perché la saga è iniziata più di cinque anni fa e la multa così grave vuole essere da esempio.