Basta con le strumentalizzazioni che si stanno facendo sull’inchiesta P4, è «inaccettabile» sostenere che un intervento sulla disciplina delle intercettazioni sia «la priorità». Lo ha detto il presidente dell’Anm, Luca Palamara, nel corso del suo intervento al comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati.
Avviata la procedura di espulsione
L’Anm ha anche avviato la procedura che potrebbe concludersi con l’espulsione dal sindacato delle toghe di Alfonso Papa, magistrato in aspettativa perchè deputato Pdl, su cui pende una richiesta di arresto nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4. Il “parlamentino” dell’associazione ha deciso infatti di chiamare in causa il collegio dei probiviri, affinchè decida se Papa può restare iscritto all’Anm o se i suoi comportamenti non suggeriscano di considerarlo fuori. La decisione è stata presa all’unanimità, con solo due astensioni. Una delle quali è venuta «per ragioni di opportunità» dal procuratore aggiunto di Napoli Francesco Greco, che coordina proprio l’inchiesta sulla P4 dei pm Woodcock e
I«Non vorrei ci occupassimo della pagliuzza, anziché della trave»
«Dobbiamo dire in maniera chiara ancora una volta, con riferimento ai fatti che stanno emergendo a seguito dell’inchiesta della Procura di Napoli – ha detto Palamara – che non si possono accettare le strumentalizzazioni dei politici». Non vorrei, ha sottolineato Palamara, «che ci preoccupassimo della pagliuzza anzichè considerare la trave».
Cascini (Anm): no a interventi che limitino la libertà di stampa
Palamara ha ricordato che l’Anm «ha espresso in più occasioni la necessità di selezionare e stralciare il materiale irrilevante, ma in questo momento penso che debba prevalere tutto quello che sta emergendo la cui valutazione deve essere stabilita da un giudice e non dalla politica o da un ministro». Il segretario dell’Anm, Giuseppe Cascini, si è detto favorevole «a un intervento che regoli le modalità di diffusione di intercettazioni non rilevanti». Ma ha aggiunto che l’associazione ritiene «in contrasto con il diritto di informazione qualunque intervento che limiti la libertà di stampa».
Inaccettabile dire che l’emergenza giustizia sono le intercettazioni
«Non possiamo accettare – ha sottolineato Palamara – che anzichè intervenire con urgenza in situazioni drammatiche che più tribunali denunciano in tutta Italia, ancora una volta l’emergenza della giustizia sono le intercettazioni. Di riforma epocale non si parlerà più ma solo perchè molti uffici giudiziari chiuderanno per la difficile situazione nella quale versano».
Si rilanciano temi lontani dalla riforma della giustizia
«I fatti che stanno emergendo sono gravi – ha detto ancora il presidente dell’Anm – ma mi sembra singolare che si rilancino temi che poco hanno a che vedere con le riforme urgenti della giustizia. Invece di preoccuparsi di ciò che sta emergendo, la politica si preoccupa di modificare la disciplina delle intercettazioni».
Schifani: troppi veleni e troppe divisioni
Da Lecce il presidente del Senato, Renato Schifani, ha lanciato un monito: «troppe divisioni, troppi veleni, stanno inquinando i posti della buona politica. Chi ha la responsabilità di governare, lo faccia con sempre maggiore determinazione. Bisogna avere il coraggio e la forza di fare le riforme che servono alla nazione. Soltanto così sarà possibile continuare il percorso virtuoso della modernizzazione: alleggerire il fisco, combattere con giustizia le evasioni, ma senza provvedimenti che possono apparire ingiusti e mortificanti; dare nuovo ossigeno alle piccole e medie imprese e a tutti i centri produttivi, tutelare e dare nuova occupazione». Sulle intercettazioni: «Ormai la misura è colma e credo che con un grande gesto di volontà da parte di tutte le forze politiche si possa trovare una mediazione sulle intercettazioni senza che si gridi alla legge bavaglio». (N.Co.)