Niger: francesi rapiti e uccisi, Parigi accusa al Qaida

Niger: francesi rapiti e uccisi, Parigi accusa al Qaida

C’è Al Qaida dietro il rapimento e l’uccisione, in Niger, di due francesi: secondo fonti della sicurezza del Mali “prove inconfutabili” ritrovate sul luogo dell’attacco ne dimostrano il diretto coinvolgimento.

E la Francia, per bocca del premier Francois Fillon, è “quasi certa” che si tratti di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi). Fillon tra l’altro ha denunciato un’esecuzione “a sangue freddo” da parte dei sequestratori, anche se l’assassinio dei due giovani non è stato rivendicato da nessuno.

Antoine De Leocour, 25 anni, che si sarebbe dovuto sposare con una nigeriana, e Vincent Delory, suo coetaneo, che avrebbe dovuto essere testimone alle nozze, sarebbero stati uccisi dai loro rapitori sabato, durante un blitz congiunto delle forze di Parigi e Bamako nel territorio del Mali. Erano stati prelevati la sera precedente da quattro uomini armati mentre cenavano in un ristorante di un quartiere residenziale di Niamey, capitale del Niger.

Secondo i servizi di sicurezza maliani sono stati ritrovati sul luogo dove è avvenuta l’operazione militare “documenti di Aqmi” tra cui una piantina e due telefoni satellitari.

Inquirenti e controspionaggio francesi sono stati inviati in Niger per partecipare alle indagini. Anche il ministro della Difesa, Alain Juppé, si è recato oggi a Niamey per incontrare la comunità francese e le autorità nigerine. Ai 1500 espatriati il ministro ha raccomandato di prendere “le maggiori precauzioni possibili” e li ha messi in guardia contro la grande minaccia del terrorismo nei tre paesi del Sahel (Mauritania, Mali e Niger): “Nessun posto può ormai essere considerato sicuro”, ha osservato.

Juppé si è assunto “piena responsabilità. per la decisione di intervenire per liberare i due francesi. “La difficile decisione – ha spiegato – è stata presa dal capo dello Stato, in stretta collaborazione con il primo ministro e con il sottoscritto. Non intervenire avrebbe significato assumersi un doppio rischio. Innanzitutto quello di vedere i nostri ostaggi portati in una delle loro basi-rifugio nel Sahel, dove sappiamo bene come sarebbero stati trattati. Il secondo sarebbe stato quello di dare il segnale che la Francia non si batte contro il terrorismo”.

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