Sono ormai diventati degli apparecchi indispensabili, un po’ a tutte le età. Li portiamo sempre con noi perché ci danno, in qualsiasi momento, la certezza che, in caso di bisogno, possiamo sempre chiamare qualcuno che verrà in nostro soccorso. Sono i telefoni cellulari, sempre più utili e sempre più complessi, con maggiori funzionalità. Non più solo chiamate e messaggi, ma anche internet e annessi, registratori, fotocamere e localizzatori GPS.
Essi sono, però anche una porta d’accesso ai nostri dati, le più richieste dalle agenzie investigative di tutto il mondo per intercettare e pedinare. Una ricerca condotta in questi giorni negli Stati Uniti, e che analizza gli ultimi cinque anni, ha rivelato che sono stata 1,3 milioni, solo l’anno scorso, le richieste di informazioni sugli abbonati, da parte di forze dell’ordine alla ricerca di SMS, localizzazione del chiamante e altre informazioni utili alle indagini. A rivelarlo sono le stesse compagnie telefoniche che, su iniziativa di una Commissione d’inchiesta, hanno reso pubblici i dati sulle richieste di intercettazioni cellulari da parte di polizia, agenzie investigative, corti giudiziarie, ecc…
Le compagnie, inoltre, hanno sottolineato come l’enorme quantità di richieste abbia in un certo senso creato un certo disagio agli stessi operatori telefonici, che si sono ritrovati nella posizione di dover difendere, davanti all’opinione pubblica, la loro reputazione e orientamento in quella che in molti casi può sembrare una vera e propria invasione della privacy.
Molte compagnie, infatti, si sono spesso di rifiutate di fornire dati sui propri abbonati perché, in molti casi, nonostante il carattere d’urgenza (che farebbe venir meno la richiesta di autorizzazioni ulteriori alle autorità giudiziarie), diverse richieste di sorveglianza sarebbero risultate opinabili e ingiustificate, molte delle quali provenienti dalla stessa FBI.
Le richieste, che si sono triplicate rispetto al 2007 (sono per AT&T sono 700 al giorno), riguarderebbero anche la condivisione di dati GPS. Materia abbastanza controversa e non ancora ben regolamentata, sulla quale le compagnie telefoniche hanno chiesto alla Commissione d’inchiesta di regolamentare in maniera più precisa i rapporti che dovrebbero avere con le forze di polizia, i diritti ed i doveri di entrambi su le questioni riguardanti le intercettazioni.
E, se da un lato cresce il controllo e la sorveglianza da parte di enti governativi e non, aumenta, dall’altro, la diffusione di strumenti volti ad impedire l’enorme “Grande Fratello”, quali cellulari non intercettabili e jammer, spesso utilizzati per disturbare il segnale GPS e spostarsi in tutta tranquillità.