E gli Usa divennero il rifugio dei nazisti

E gli Usa divennero il rifugio dei nazisti

Rivelazione del New York Times: dopo la guerra molti criminali di guerra furono impiegati da Cia e Nasa

WASHINGTON – Dopo la sconfitta del Terzo Reich gli Stati Uniti ospitarono più criminali di guerra nazisti di quanto si sospettasse e lo nascosero agli alleati. Ne fecero uso in particolare la Cia, lo spionaggio, e in secondo luogo la Nasa, l’ente spaziale. Lo svela un rapporto del Ministero della giustizia, più precisamente del suo Office of special investigation (Osi) istituito nel ’79, rapporto venuto in possesso del New York Times. Il rapporto, di cui il Ministero della giustizia aveva già consegnato una parte, pesantemente censurata, agli Archivi della sicurezza nazionale, consta di 600 pagine e racconta molte storie. Per esempio, quella di Josef Mengele, «l’angelo della morte», il medico che condusse atroci esperimenti sugli ebrei internati ad Auschwitz. Per anni l’Osi tenne in laboratorio frammenti della pelle del cranio e capelli di Mengele. Li diede al Brasile attorno al 1985, tramite essi fu possibile stabilire che il medico aveva trovato rifugio nel grande stato sudamericano e vi era morto nel ’79.

CASI CLAMOROSI – Ma I casi più clamorosi di cui parla il rapporto sono quelli di Otto Von Bolschwing e di Arthur Rudolph. Bolschwing era il braccio destro di Adolph Eichmann, uno dei massimi architetti dello sterminio degli ebrei, che venne poi catturato dal servizio segreto israeliano in Argentina e processato e condannato a morte in Israele. Bolschwing si stabilì negli Stati uniti nel ’54 e fu assunto dalla Cia, che preparò un dossier a suo discarico nell’eventualità che venisse scoperto. L’Osi, che aveva il compito di fare giustizia dei criminali di guerra nazisti, avviò la procedura di estradizione in Germania nell’81. Bolschwing morì quell’anno.

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