Cimici in casa Bossi, mistero sempre più buffo: “Le trovammo ma poi sparirono”

Cimici in casa Bossi, mistero sempre più buffo: “Le trovammo ma poi sparirono”

Un testimone rivela: le microspie vennero rinvenute e lasciate lì, qualche giorno dopo non c’erano più

Si fa sempre più misteriosamente buffo il caso delle cimici ritrovate nell’ufficio (e, sembra, nella casa privata romana) di Umberto Bossi: fino a qualche giorno fa sui giornali si scriveva che in realtà la società che si è occupata della bonifica e gli uomini di Maroni che erano intervenuti successivamente non avevano trovato nulla, facendo così pensare che i sospetti della segretaria del Senatùr fossero infondati. Invece, dice un testimone anonimo ma vicino a Bossi oggi a Davide Vecchi del Fatto Quotidiano, le cose non sono andate così:

Lo confermano alcuni degli uomini della scorta e uno dei funzionari che sarà sentito nei prossimi giorni dai pubblici ministeri: le cimici nell’ufficio e nell’abitazione romana di Umberto Bossi c’erano, sono state individuate senza essere rimosse ma dopo due giorni erano sparite. Quando gli agenti della scientifica inviati da Roberto Maroni sono intervenuti per effettuare la bonifica degli ambienti delle microspie non ce n’era più alcuna traccia. Lo racconta una delle persone più vicine al leader leghista anticipando quanto riferirà ai pm romani Giancarlo Amato ed Eugenio Albamonte che l’hanno convocata per la prossima settimana. “Per quanto possa essere considerato normale nell’ambiente politico essere intercettati o ascoltati, ciò che ha colpito maggiormente è stato proprio l’aver scoperto che le microspie erano sparite nell’arco di pochi giorni”. Stupisce per due motivi: “La società privata che le ha individuate non le ha rimosse perché, come ha spiegato anche Bossi, avrebbero trasmesso un segnale d’interruzione avvisando chi le aveva piazzate che erano state scoperte e quindi sono rimaste dove erano” eppure “in pochi giorni qualcuno è riuscito a farle sparire”. Se la scientifica le avesse trovate avrebbe potuto facilmente risalire a chi le aveva installate. “A quanto ci hanno spiegato – prosegue il testimone – ogni microspia ha una sorta di certificato di propr ietà”. Un lavoro da professionisti. “Tutto fa pensare a un’operazione di ascolto continuata, con la collocazione temporanea delle cimici in diversi luoghi dei singoli ambienti”.

Messe così, le cose si fanno ancora più strane. Perché se è vero (e sottolineiamo: se) che le microspie c’erano, o sono state tolte da chi ce le aveva messe, che magari ha subodorato il rischio di essere beccato e ha deciso così di far sparire le prove dello spionaggio. Oppure sono state tolte dagli uomini vicini al Senatùr, per motivi ignoti ma su cui si potrebbe ipotizzare facilmente. Ma è una spiegazione talmente strana che sembra davvero incredibile. Tanto che magari potrebbe essere più probabile una terza: che questa sia una storia inventata a posteriori per salvare la faccia. O no?

Fonte: Giornalettismo

 

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