Caro Benny,
rispondo solo ora alla tua lettera con la sincera speranza di poter dare delle risposte a tutti i tuoi legittimi dubbi ed a tutte le tue comprensibili incertezze.
Scusami per il ritardo con cui ti rispondo ma in questo periodo ho scelto deliberatamente di prendermi un po’ di tempo al fine di riflettere e capire meglio ciò che mi stava accadendo.
La stima che nutro nei tuoi confronti mi porta a scriverti questa lettera ed a “rompere” questo silenzio che ti assicuro non è stato dettato da opportunismo ma solo dalla volontà di capire.
Da dove iniziare? In primo luogo posso iniziare col dirti onestamente di aver sbagliato. Ho sbagliato e non cerco attenuanti ai miei errori che sono e restano gravi e per i quali me ne assumo, come sempre, la completa responsabilità come è giusto e doveroso che sia.
Ho sbagliato, soprattutto, perché ho agito con superficialità sottovalutando la mia “condizione particolare” che mi rende, mio malgrado, “differente” dagli altri. A me non sono concessi errori.
Ma io sono soltanto un uomo ed in me non c’è niente di eroico, non c’è niente di “straordinario”, in me convivono i dubbi, le paure, le incertezze, gli errori con i quali ogni essere umano si scontra quotidianamente.
Vorrei fosse concesso anche a me il diritto di sbagliare così come vorrei mi fosse data la possibilità di spiegare la causa dei miei sbagli senza che tutto ciò che mi riguarda venga sempre strumentalizzato e trasformato in qualcosa di altro, in qualcosa che sicuramente non mi appartiene.
Posso dirti, Benny, con assoluta certezza di non avere mai avuto alcun tipo di rapporto diretto o indiretto con l’organizzazione criminale denominata ‘Ndrangheta. Nessuno mai potrà dimostrare il contrario.
Ho incontrato, a Verona, una persona (Girolamo Strangi) che mi era stata presentata in precedenza dal mio commercialista e della quale non sapevo assolutamente che avesse legami con la criminalità organizzata.
La mia attività lavorativa mi ha portato ad incontrare questa persona e non, come è stato detto e scritto, la volontà di riciclare parte del presunto tesoro di mio padre. Lavoro nel settore della compravendita di metalli ed è questo un settore dove spesso si pone la necessità di ottenere crediti bancari o agevolazioni simili i quali, a me, data la mia situazione particolare, non sono concessi.
Fonte: BlogSicilia