Baratta il silenzio su alcune lettere scottanti in cambio di 700 euro
BELLUNO. Quel pomeriggio il sacerdote si presentò, come stabilito, ad un tavolino del bar della Stazione ferroviaria di Belluno.
Era imbottito di microspie: quelle che la polizia, poco prima, gli aveva accuratamente nascosto sotto una giacca.
Al passaggio del denaro, circa settecento euro, scattò la trappola ed il 38enne, che poco prima si era seduto davanti a lui, fu preso e portato fuori dagli uomini della Squadra Mobile.
L’uomo fu arrestato per estorsione ai danni del prete. Motivo: aveva barattato il silenzio sul contenuto di alcune lettere, a suo dire, compromettenti in cambio del denaro che gli sarebbe probabilmente servito per andare ad acquistare la droga.
Le lettere, a quanto pare, erano la prova di un flirt tra il sacerdote e la madre dell’uomo.
Il pomeriggio in questione è quello del 25 ottobre 2010, poco più di tre mesi fa. L’episodio, che è avvenuto davanti a qualche avventore del locale, è passato completamente sotto silenzio. Ma l’inchiesta, nelle mani del sostituto procuratore Simone Marcon, sta ora facendo il suo corso.
L’indagato, da quel 25 ottobre scorso, non è più uscito di galera. Pesante l’accusa che pende sulla sua testa: estorsione. Sebbene i soldi siano stati subito restituiti al prete, il reato è stato completamente consumato in quanto i poliziotti sono intervenuti nel momento in cui vi c’è stata la consegna del denaro.
Sullo sfondo della vicenda c’è la dipendenza dalla droga dell’indagato. Il trentottenne, di origini feltrine, ha architettato l’estorsione dopo essere venuto in possesso di alcune lettere compromettenti che riguardavano il sacerdote. I due si conoscevano bene. E così, dopo averlo avvicinato, a metà ottobre scorso, gli ha fatto sapere di avere quella scottante corrispondenza intercorsa tra il sacerdote ed un ‘altra persona. «Se non mi dai 700 euro, le farò vedere in giro», gli ha detto.
Ma il prete non ha voluto sottostare al ricatto. Ed ha deciso di andare dalla polizia per denunciare il suo estorsore. Da qui la decisione degli investigatori di tendere la trappola al 38enne: arrestarlo a passaggio del denaro avvenuto. I numeri di serie delle banconote da settecento euro sono stati tutti accuratamente fotocopiati. Poi l’appuntamento: il pomeriggio del 25 ottobre scorso. Il sacerdote, imbottito di microspie, s’è presentato in stazione, ha atteso il 38enne e, al suo arrivo, gli ha consegnato la busta coi 700 euro. A quel punto è scattata la trappola.
Fonte: Corriere delle Alpi