Il sexting, frutto della crasi fra il termine sex (sesso) e texting (pubblicare testo), riguarda una nuova moda nata tra i giovani, ma consumata anche tra i più “grandi”, che consiste nell’invio e ricezione di messaggi sessualmente espliciti, foto o video di corpi nudi o seminudi inviati da telefoni cellulari, mail o Internet. Il fenomeno, nato negli USA e presente in Italia negli ultimi anni, si configura come il nuovo “gioco” di una generazione che si definisce libera dal senso del peccato e alla scoperta di una nuova frontiera del piacere, ma che rischia di risultare esposta ad un immagine di sé mercificata e derubata del suo significato.
Riletto secondo una diversa prospettiva appare, invece, come una richiesta di aiuto in relazione a una “crisi” di “sé” di “amori” di “solitudini” che desiderano essere ascoltati e conosciuti da un mondo fatto di grandi che si ritrova inconsapevolmente avvolto da «scatti» di cui non comprende il senso ma di cui deve poi gestire i rischi fatti di pornografia, microprostituzione e bullismo.
Basta un clik su qualsiasi motore di ricerca per comprenderne immediatamente la portata in termini di diffusione e conseguenze, ma anche le reazioni e le riflessioni che ha scaturito nell’opinione pubblica. In un’indagine effettuata dall’American National Campaign to Prevent Teen Unplanned Pregnancy compiuta su un totale di 1280 ragazzi (653 adolescenti di età compresa tra i 13 e i 19 anni e 627 giovani di età compresa tra i 20 e i 26 anni) sono stati esaminati i comportamenti legati al sexting e la loro diffusione tramite l’utilizzo di sussidi elettronici per tutto il 2008.
I dati per la fascia d’età corrispondente agli adolescenti riportano che complessivamente il 39% di essi ha inviato messaggi con contenuti sessuali contro il 48% che li ha ricevuti durante l’anno in esame. Approssimativamente il 71% delle femmine e il 67% dei maschi ha inviato messaggi di testo (texting), parimenti il 44% delle ragazze e il 36% dei ragazzi ha mandato immagini del proprio corpo o di parti di esso (sexting) tramite l’utilizzo del telefonino o di mail o attraverso la Rete.
Dalle percentuali riportate da un primo screening risulta evidente come siano le ragazze a farne maggior uso e come tra le zone erogene più fotografate vi siano seno e natiche, le foto o i video, infine, possono ritrarre se stesse singolarmente o con altri.
Fonte: Guidone.it