In Italia è bufera nell’ambito delle intercettazioni. Aldilà di quello che si possa pensare, in pole position nella lista dei Paesi più spiati al mondo non c’è il Bel Paese e neppure gli U.S.A. Colpo di scena per il podio conquistato dall’Australia ritenuto il Paese occidentale più spiato al mondo.
Pare che le agenzie governative australiane, nel biennio 2010-2011, abbiano messo sotto controllo le comunicazioni di oltre 3.400 cittadini del Paese. Nell’ex colonia inglese non esiste infatti una legislazione che limiti il controllo sui cittadini né per quanto riguarda l’utenza telefonia, né il traffico online.
A tal proposito è giunta la dichiarazione di Cameron Murphy, attivista per i diritti civili, che ha sottolineato che delle migliaia di intercettazioni effettuate nel 2011, solo 15 sono state di competenza giuridica. L’australiano ha anche posto l’accento sulla mancanza di libertà nel Paese non solo per quanto riguarda relazioni e conversazioni, ma anche sugli spostamenti. Localizzatori GPS, microspie e keylogger sono all’ordine del giorno al fine di intercettare ogni particolare della vita dei cittadini della terra dei canguri.
Il portavoce dell’Australian Federal Police, Neil Gaughan, ha cercato di smorzare i toni sulla vicenda sostenendo che i controlli riguardano solamente cittadini potenzialmente pericolosi.