Sistemi di intercettazione mediocri mettono ko le forze dell’ordine

Sistemi di intercettazione mediocri mettono ko le forze dell’ordine

Diverse le lamentele verbali e le relazioni alla procura in cui è denunciata l’inadeguatezza del “sistema intercettazioni” adottato dal procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani a Roma. “Questo sistema di intercettazioni ci ha rovinato tante indagini e se andiamo avanti così diventerà sempre più complicato sconfiggere il crimine a Roma”. Un investigatore del Reparto operativo dei carabinieri scuote la testa. Tanti altri poliziotti e militari di ogni nucleo e reparto hanno protestato, scritto, segnalato, denunciato, ma senza essere ascoltati. E il risultato è stato un susseguirsi di indagini fallite, ricercati spariti nel nulla, piccole o grandi azioni criminali registrate solo dopo ore e a volte addirittura giorni. Perché il nuovo software adottato, che ha fatto risparmiare quasi due milioni di euro, secondo gli investigatori che quotidianamente affrontano la criminalità capitolina, non funziona come dovrebbe. Ma si sa il risparmio spesso porta sacrifici nella qualità.

Pare che dal 1° gennaio 2011 Laviani abbia modificato i sistemi di intercettazione funzionanti fino a quel momento, coinvolgendo una società di Napoli, poco conosciuta nel campo delle intercettazioni. Il nuovo software fornito si è rivelato fallace, non in grado, ad esempio, di intercettare in tempo reale i delinquenti. Ad esempio se un pregiudicato sotto controllo comunica con un suo complice per telefono di eseguire un sequestro di persona, la conversazione potrà essere ascoltata con un ritardo di trenta, quaranta minuti. Un tempo enorme per poter intervenire in maniera tempestiva. La contemporaneità è una delle principali caratteristiche dei software più all’avanguardia che vantano uno scarto massimo di alcuni secondi.

Con gli strumenti adottati risulta anche molto difficile avere l’individuazione immediata delle celle telefoniche. Questo significa che se un assassino, identificato subito dopo una sparatoria, fugge col suo telefonino in tasca, alle forze dell’ordine la sua individuazione arriva con ritardi non solo di ore, ma anche di giorni. Ancor peggio per gli SMS, disponibili solo dopo 3-4 giorni. E sembrerebbe che, con alcune compagnie telefoniche, le conversazioni siano scaricate non solo con notevole ritardo, ma addirittura senza consequenzialità. In sostanza, potrebbe capitare di ascoltare una conversazione di tre giorni prima, pensando sia la più recente. Questa faccenda dimostra chiaramente quanto la qualità degli strumenti utilizzati influisca sul lavoro professionale (e non solo) nel campo delle intercettazioni, della sicurezza e della sorveglianza. Meglio affidarsi ad aziende competenti e strutturate che scegliere il risparmio a discapito della qualità.

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