Lo scandalo dell’operazione “Last bet” si arricchisce di particolari sconcertanti grazie alle intercettazioni telefoniche. L’inchiesta parte dal caso di avvelenamento in Cremonese-Paganese.
Decisive nello scandalo Last bet, le intercettazioni telefoniche si  sono rivelate “uno strumento particolarmente prezioso”, secondo il Gip cremonese  Guido Salvini. Poco alla volta, stanno uscendo i testi – parziali – di alcune  delle telefonate intercettate, capaci di dare un’idea di tutto ciò che è  accaduto. I protagonisti dello scandalo, scrive il Gip, disponevano di telefoni  cellulari dedicati, cioè usati solo per intessere i loro rapporti sui quali  vengono dirottate le conversazioni più compromettenti. Emergono dialoghi  sconcertanti.
L’avvelenamento in Cremonese-Paganese – “Ma che a dormi’…sto a scervellarmi per la storia dell’avvelenamento…per  quella roba lì”. Parte da questa frase – intercettata in una telefonata  tra il portiere della Cremonese e poi del Benevento, Marco Paoloni, e Massimo  Erodiani, l’inchiesta sullo scandalo scommesse. Il riferimento è alla partita  della Lega Pro Cremonese-Paganese, giocata il 14 novembre del 2010 allo stadio  Zini, al termine di quell’incontro cinque giocatori – il capitano Andrea  Zanchetta oltre a Carlo Gervasoni, Redouane Zerzouri, Mario Tacchinardi e  Riccardo Musetti – e Alessandro Rivetti, collaboratore della squadra, accusano  “palesi sintomi di malessere”. Le analisi sulle urine dei giocatori, rivelano  quale è stata la causa del malore: il Lormetazepam, un farmaco il cui principio  attivo rientra nella categoria dei farmaci delle benzodiazepine utilizzati,  scrive il gip, “per gli stati d’ansia e dei disturbi del sonno, i cui effetti  sarebbero sostanzialmente compatibili con quelli avvertiti dai giocatori e dal  collaboratore della squadra”. Come e perché il farmaco è finito ai calciatori,  lo rivelano invece le indagini, che coinvolgono “senza ombra di dubbio”, il  portiere Marco Paoloni e Massimo Eridiani. Sarebbe stato il primo a metterlo  nell’acqua bevuta dai cinque prima e durante l’incontro. I due, tra l’altro,  parlano esplicitamente dell’ “avvelenamento” in una telefonata del 22 gennaio  2011, nella quale Paoloni si dice molto preoccupato. Ecco il testo: MARCO:  pronti MASSIMO: oh MARCO: ah oh MASSIMO: che stai a fa? MARCO: ehhh MASSIMO:  stai dormendo, stai a dormì? MARCO:stai a dormì sto a scervellarmi Massi …che  a dormì… MASSIMO: che cazzo è successo? MARCO:no eeeh..Per la storia  de…dell’avvelenamento MASSIMO: Eh MARCO: De quella roba lì.. MASSIMO: e beh?  MARCO: no…no stanno a chiamare tutti quanti…mi hanno detto…che ci abbiamo  tutti i telefoni sotto controllo… MASSIMO:Ahh… MARCO: e hanno fatto  sta…un’indagine su tutto quanto MASSIMO:Eh MARCO: capito?…eeee…..infatti  pure per quello…e io ho detto…mo…glielo dico a Massimo..che meno se  sentimo e meglio è!!! MASSIMO: è ovvio!!…ma questo a chi sta  intestato…questo che c’hai a parlare mo’ MARCO: Questo qui sta intestato…non  lo so me l’ha dato un amico mio…boh…a me no però…  MASSIMO:ok! 
“Il portiere? Portacelo che lo  ammazziamo” – Il dialogo avviene fra Manlio Bruni, un componente di un  gruppo di scommettitori di Bologna e Antonio Bellavista, ex calciatore del Bari  in seguito alla partita Benevento-Pisa del 21 marzo 2011.
– “Questo non è da  sparargli, è proprio da ammazzarlo di botte”.
– “Eh, ammazzarlo, sì  portatecelo qui che l’ammazziamo”.
Secondo quanto emerge dalle indagini  Marco Paoloni, portiere del Benevento, avrebbe dovuto far sì di subire diversi  gol durante il match. In virtù di questa rassicurazione fornita agli  scommettitori dallo stesso Paoloni su quella partita vengono puntate svariate  decine di migliaia di euro. La partita però termina 1-0 per il Benevento. Da  quel momento iniziano le minacce verso Paoloni da parte degli  scommettitori.
“Se ha fatto una cosa del genere deve morire – dice il  titolare di una ricevitoria arrestato oggi – se ha fatto una cosa del genere  mette a repentaglio tutti, ce li deve ridare tutti i soldi non me ne frega un  c…, pignorerà pure l’anima santa”.
Una collaboratrice di Massimo  Erodiani, titolare di una tabaccheria arrestato oggi, chiama poi la moglie di  Paoloni intimandole di restituire i soldi che hanno perso a causa del marito. La  donna chiama l’uomo che scoppia in lacrime al telefono. Nelle telefonate  successive a Paoloni viene intimato di consegnare 160mila euro con un assegno e  50mila euro in contanti.
Atalanta-Piacenza 3-0 – Così,  stando all’ordinanza del Gip, si sarebbe svolta la combine di Atalanta-Piacenza  3-0 del 19 marzo.
“Parlato Gianfranco, che riferiva all’Erodiani,  prendeva contatti con il capitano dell’Atalanta Doni; Paoloni Marco prendeva  contatti con Gervasoni Carlo, giocatore del Piacenza, già suo compagno di  squadra nella Cremonese fino al febbraio 2011, informando Erodiani, che riferiva  al Parlato della disponibilità di questi e di altri giocatori; Bellavista  riferiva ai due ultimi della disponibilità, quali finanziatori della combine e  scommettitori, sia del gruppo di Bologna, che del gruppo degli “Zingari”;  Bellavista, Erodiani e Beppe Signori (gruppo di BOLOGNA) si incontravano per  contrattare il 15.3.2011 in Bologna via U.Bassi 7, presso lo studio facente capo  anche al Bruni e al Giannone; Bruni Manlio, successivamente, teneva i rapporti  tra Bellavista e Signori, che metteva a disposizione 60.000 €; Parlato dava  disposizioni a Gervasoni Carlo affinchè, in occasione della partita, andasse  incontro a Cristiano Doni a stringergli la mano a suggello dell’accordo; Pirani  confermava a Buffone che, col coinvolgimento di sei giocatori del Piacenza,  detta squadra avrebbe perso l’incontro; Erodiani comunicava a Giannone  Francesco, rappresentante del gruppo di scommettitori “Bolognesi”, facendo  riferimento al comune intento di “portare a casa la partita”, che “quasi  tutti”ci giocatori del Piacenza, ivi compreso il portiere, erano  d’accordo.
Pirani (parlando con Buffone il 18 marzo 2011): “C’ho dei miei che  giocano lì, loro vanno a perdere”.
La combine mancata,  Inter-Lecce – L’Inter batte il Lecce “solamente” 1-0, per gli  scommettitori avrebbe dovuto segnare invece 3 gol. Ecco uno stralcio del dialogo  intercettato fra Bellavista e un suo amico, lo scommettitore Fabio Daledo.  Oggetto del discorso la combine che, in teoria, avrebbe dovuto organizzare  Paoloni.
Daledo: “Ma cosa han combinato?”
Bellavista: “Ma che ti  dico… guarda eh hanno dato un assegno di centodieci… domani devono portare  un assegno di centonovantamila di assegni perché si devono far recuperare….  che devo di’, non lo so perché… boh.. incomprensibile… lui … il  centrovanti .. quello che era in campo capito chi?”
Daledo: “Sì  sì”
Bellavista: “Che ti devo di’… pensa hai visto che anche l’amico tuo è  stato incu…. cioè no che è stato inculato da quelli di Bologna da… da quella  … dall’organizzazione hai capito… ma l’organizzazione è stata inculata dai  giocatori… capito… l’hanno fatta direttamente… eh”
Daledo: “Ma infatti  proprio non non… mollavano niente proprio”
Bellavista: “Per noi per  dirti… per noi capito..per noi che abbiam puntato tutto torna …perché questo  di Bologna… come l’altra volta che è stato chiamato cioè hai capito?…qual’è  il problema boh…chissà che è successo? poi non mollavano un ca… a parte che  l’inter oggi era veramente… faceva solo possesso palla”
Daledo: “Noo eh ho  capito però questi dicevano cinque… quali cinque? …. Non mollava niente  nessuno?”
“Lui non può fare niente” – Nella stessa  telefonata, Daledo e Bellavista citano altre gare.
Daledo: “Se mi  dicevi… Se mi dicevi quella roba lì del portiere del Benevento ti dicevo di  non far niente”
Bellavista: “Perché?”
Daledp: “Perché è uno che non può  far niente… Eh perché è uno che ha già fatto un’altra roba che… il portiere  del Benevento giocava a Cremona fino a due mesi fa no?”
Bellavista: “Sì…  sì”
Daledo: “Eh eh ti dicevo di non far niente”
Bellavista:  “Perché?”
Daledo: “Eh perché è uno che non va bene… E’ uno che non va  bene… Io non so come lo conosci tu è uno che non va bene”
Bellavista: “Come  non va bene? Perché?”
Daledo: “Eh… eh perché avevano già fatto un’altra  roba a Cremona… a Cremona il giorno di Spal-Cremonese così che  non…”
Bellavista: “Io ti… Ho capito ma ne è saltata una… Ma domenica  l’ha fatta Taranto-Benevento eh”
Brescia-Bologna –  Il colloquio in questione avviene fra Pietro Bassi “un informatore amico del ds  della Nocerina” secondo l’ordinanza, e Gianfranco Parlato, uno degli arrestati.  Nella intercettazione Bassi predice quattro risultati rivelatisi esatti:  Crociati Noceto-L’Aquila 0-1, Taranto-Nocerina 2-1, Lucchese-Benevento 1-2 e  appunto Brescia-Bologna 3-1.
Bassi: “Il Brescia prende tutto  capito?”
Parlato: “Che ha?”
Bassi: “Il Bolo”
Parlato: “Può essere  quello può essere”
La previsione viene confermata anche tre giorni dopo  in una telefonata tra Giampaolo Tagliatti, titolare di un’agenzia di scommesse,  e Massimo Erodiani, uno degli arrestati: proprio quest’ultimo tranquillizza  Tagliatti, dicendosi certo della vittoria del Brescia.
“Quello dei 200 gol” – Nella misura di custodia cautelare si riporta un colloquio tra due degli arrestati nel quale si fa riferimento al fatto che Signori deve riuscire a recuperare i soldi persi nella scommessa sulla partita Inter-Lecce, non andata a buon fine. Uno degli scommettitori bolognesi, in una telefonata del 22 marzo scorso, dice al portiere della Cremonese, Marco Paoloni, che quello che deve riavere i soldi è uno “che ha fatto duecento goal in serie A, che ieri sulla tua invece ha giocato cinquemila euro. Allora mi ha detto, se lo senti oggi digli domani quando viene di portarti pure i 5000 euro miei”.
Fonte: www.sport.sky.it