L’Italia ha le sue spie nello spazio

L’Italia ha le sue spie nello spazio

La sicurezza del nostro Paese e le nostre capacità di combattere il terrorismo da ieri sono più forti. Perché, in orbita nello spazio, a 600 chilometri di quota, c’è una nuova sentinella. Il satellite spia italiano Cosmo-SkyMed-4, il cui lancio, dopo una serie di rinvii per ragioni tecniche connesse al lanciatore Boeing Delta II e per attendere il momento migliore e le condizioni metereologiche ottimali, è avvenuto alle 3 e 20 di sabato mattina, le 19 e 20 ora locale.
Con questo satellite è stata completata la costellazione di satelliti duali militari/civili Cosmo, una realizzazione di assoluta avanguardia, con ben pochi equivalenti a livello mondiale. Il Ministro dell’Istruzione e della Ricerca scientifica, Mariastella Gelmini, ha definito il lancio «un traguardo storico raggiunto dalla ricerca e dall’industria aerospaziale nazionale». Il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto spiega che grazie a questi satelliti oggi l’Italia non è più sicura, ma conta di più quando si discute con partner, alleati, «clienti», si tratti di cooperazione militare o di promuovere altri prodotti aerospaziali Made in Italy.
Il primo dei quattro satelliti Cosmo è stato lanciato a metà 2007, gli altri due a ottobre dello stesso anno e nel 2008. Con il quarto esemplare, migliorato rispetto ai precedenti, il sistema è completo e consente di scattare fino a 1.800 immagini al giorno, tipicamente 300 ad alta risoluzione e 1.500 a media risoluzione.
Grazie ai suoi potenti «occhi» radar, in grado di osservare la superficie terrestre, sia di giorno sia di notte. Indipendentemente dalle condizioni atmosferiche, il satellite Cosmo produce fotografie dettagliatissime, fondamentali per ruoli militari e di intelligence.
Queste immagini aiutano le nostre truppe in Afghanistan e Libano, così come quelle dei nostri alleati. E in qualche caso i satelliti hanno già permesso di raccogliere informazioni su attività di gruppi di guerriglieri e terroristi. Ci sono anche applicazioni civili e persino commerciali.
Le fotografie scattate dai Cosmo sono utilizzate per il controllo dei mari, dell’inquinamento, la mappatura del terreno, anche tridimensionale, il censimento degli immobili e delle risorse agricole, gli interventi in caso di calamità naturali.
I prodotti realizzati partendo da queste immagini sono poi venduti a utenti civili e militari ovunque nel mondo.
Cosmo SkyMed 4 è partito dalla base dell’aeronautica militare statunitense di Vandenberg. Ora il satellite sta effettuando controlli e verifiche, guidato del centro di controllo di Telespazio, la società di Finmeccanica e Thales per i servizi spaziali e sarà operativo nel giro di un mese.
I satelliti sono stati prodotti da Thales Alenia Space, società partecipata da Finmeccanica, nel quadro di un programma costato 1,2 miliardi di euro, stanziati dall’Asi, l’Agenzia spaziale italiana e dal ministero della Difesa. I soldi sono stati recuperati grazie alla vendita di servizi, satelliti e al volume di attività indotte generata dai Cosmo.
I satelliti Cosmo SkyMed pesano quasi due tonnellate e grazie al loro radar sono in grado di distinguere oggetti molto vicini tra loro, anche meno di un metro.
L’«acutezza» dei sensori è segreta, ma si parla di 70 centimetri, almeno per i clienti militari. Con quattro satelliti è possibile tenere sotto controllo buona parte del globo: uno dei satelliti passa su uno stesso punto almeno due volte al giorno, in particolare sul mar Mediterraneo, il Medio Oriente e il Golfo.

Fonte: Il Giornale

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