Le intercettazioni, che siano esse effettuate con microspie ambientali o tramite la rete telefonica, fanno sempre più discutere non solo le istituzioni, che si dividono in pro e contro presumibilmente in base al loro attaccamento e alla loro voglia di difendere la privacy nelle comunicazioni, ma anche semplici cittadini e personaggi di rilievo.
Ma, fermo restando la questione privacy, perché temerle se non si ha nulla da nascondere? Una domanda che di certo vorremmo porre in molti a coloro che, senza se e senza ma, si oppongono con ogni mezzo alle intercettazioni. Ma difficilmente si riuscirà ad ottenere una risposta plausibile.
Rimane da considerare, inoltre, il fatto che in molti si sono attrezzati per sfuggire al controllo con cellulari criptati o, in modo ancora più semplice, utilizzando Skype per le loro conversazioni “segrete”.
Già, il client VoIP più utilizzato al mondo e che è facilmente accessibile anche da qualsiasi smartphone con l’apposita applicazione, utilizza un’architettura proprietaria P2P che sfrutta un sistema distribuito su nodi che ne impedisce le intercettazioni.
Skype, che dal 2011 è stato acquisito dalla Microsoft e che conta più di 600 milioni di iscritti, di cui circa 40 milioni attivi contemporaneamente in diverse ore della giornata, neanche volendo potrebbe intercettare le conversazioni dei propri utenti, grazie agli algoritmi proprietari mai divulgati. In parole semplici il codice è criptato.
Questo, però, fino a poco tempo fa. Kostya Kortchinsky, uno dei più esperti ingegneri di Skype, ha infatti annunciato che qualcosa sta cambiando: i nodi, cioè i codici di comunicazione, sarebbero ora ospitati in centri di dati “sicuri” e “controllati”. Quel mondo intricato e casuale sta diventando, in un baleno, ordinato e comprensibile e, perciò, aperto ai controlli delle procure mondiali.
E Microsoft ha confermato affermando che l’introduzione di nuovi supernodi dedicati, ospitati in data center sicuri, ha semplicemente lo scopo di migliorare le prestazioni e l’affidabilità complessiva del sistema, nonostante in molti, come il ricercatore russo Efim Bushmanov, abbia messo in guardia gli utenti sostenitori della “web democracy” affermando che “la nuova architettura di Skype potrebbe avere come reale scopo quello di fornire finalmente a Microsoft (e quindi al governo USA) la capacità di intercettare liberamente le comunicazioni fra gli utenti finali del sistema”, e non solo quelle dei presunti criminali.
Ora i criminali dovranno, quindi, un altro modo per essere sicuri nelle loro conversazioni. Chissà cosa ne pensano, a tal proposito gli indagati coinvolti nello scandalo di questi giorni sul calcio scommesse che, secondo il GIP di Cremona, per sfuggire alle intercettazioni delle Forze dell’Ordine avrebbero fatto ricorso proprio a sistemi sicuri di comunicazione digitale come Skype e simili.