Coinvolti anche gli ambienti televisivi di Mediaset nell’indagine condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Milano e che ha portato all’arresto di 22 persone che spacciavano anche nell’azienda di Cologno Monzese.
Dalle conversazioni intercettate sarebbe stata scoperta una vera e propria organizzazione criminale che importava stupefacenti da Olanda, Ecuador, Marocco e Spagna e vendeva anche armi giocattolo sapientemente modificate per uccidere. Nelle intercettazioni, inoltre, si parla anche dell’omicidio a pagamento (dai 50 ai 100 mila euro per il “servizio”) di un uomo violento con la ex moglie, amica di uno dei contrabbandieri, “Lei è anni che è separata, perché lui la massacra di botte… si sono separati da anni, lui ogni volta che la vede la massacra, anche se è in pieno giorno in mezzo alla strada… una volta gli ha spaccato un braccio”.
Al vertice dell’organizzazione, il 35enne Marco Damiolini che, con un altro arrestato, Raffaele Laudano, 47 anni, in una delle discussioni intercettate parla di vendita di cocaina anche a personaggi dello spettacolo, come Paola Barale e Maurizio Costanzo, che hanno già affermato la loro estraneità ai fatti: “Damiolini: mò ti dico una cosa, guarda che Mediaset… se ti blindano se la cantano. È normale. Lo rivelano. Laudano: se la smazza poi lui. Damiolini: non gli puoi neanche dare dell’infame. L’amico mio ha preso 12 anni di galera perchè lavorava con Maurizio Costanzo. Davide Caffa. Lui gli dava la barella… alla Barale, a Costanzo, ad ogni Buona Domenica… gli dava due etti e mezzo. gliela pagavano profumata proprio… è successo… e ha preso dodici anni”. Per quanto potessero essere vere le voci sul loro conto, considerate “da bar” dalle stesse forze dell’ordine, l’autoconsumo di sostanze stupefacenti non sarebbe perseguibile penalmente, pertanto i personaggi citati non sarebbero nemmeno stati ascoltati.
In diverse conversazioni, inoltre, Damiolini e Laudano si lamentano della scarsa qualità di una partita, che non sarebbe adatta agli utenti finali di Mediaset, “ma non posso dargli neanche la merda a quelli di Mediaset… io lo so già come son fatti quelli…”.
Al di là delle dicerie e delle chiacchiere, comunque, rimane il fatto che già più di un anno fa erano stati arrestati tre dipendenti Mediaset per spaccio all’interno dell’azienda: Domenico Molle, Damiano Foschi e Nicolò Ghinzani, che lavoravano nei reparti tecnici. L’indagine, che ha visto nelle intercettazioni un punto di svolta, ha permesso di arrestare oltre 90 persone e di denunciarne circa 150 sin dal 2008.
Fonte: Corriere