TRANI – Secondo ‘Il Fatto Quotidiano’, processare Silvio Berlusconi per l’inchiesta sull’Agcom è “quasi impossibile”. Per “chiedergli di rispondere sull’Agcom”, scrive Marco Lillo, ci vogliono quattro passaggi parlamentari che lo tutelano.
Cominciamo dall’inizio. Secondo ‘Il Fatto Quotidiano’, la procura di Roma si è convinta che le telefonate di Silvio Berlusconi nel 2009 per fare pressioni su Giancarlo Innocenzi e i vertici dell’Agcom per ottenere la chiusura di ‘Annozero’ hanno rilevanza penale. E quindi, sempre secondo ‘Il Fatto’, la procura ha chiesto al tribunale dei Ministri di chiedere a sua volta alla Camera di utilizzare quelle telefonate. Di utilizzarle, probabilmente, come base per una richiesta di rinvio a giudizio per Silvio Berlusconi.
Ora, dice ‘Il Fatto’, perché realisticamente si possa chiedere su questa inchiesta un processo per il premier, si dovranno affrontare quattro passaggi parlamentari. Il primo step è quello del tribunale dei ministri che dovrà decidere, se quello che scrive ‘Il Fatto’ è vero, se chiedere o meno alla Camera l’autorizzazione a far utilizzare alla procura di Roma quelle intercettazioni. Se i giudici ministeriali confermeranno la richiesta della procura di Roma, la palla passerà alla Giunta per le autorizzazioni della Camera. Dopo che questa avrà votato, la decisione finale spetterebbe al Parlamento.
Ma non è finita qui. A questo punto se la Camera concedesse l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni, il fascicolo di Trani tornerebbe alla procura di Roma per iniziare le indagini. Se i pm fossero intenzionati a chiedere il rinvio a giudizio per Berlusconi, come sostiene ‘Il Fatto’, il tribunale dei ministri potrebbe richiedere nuovamente alla Camera l’autorizzazione. E sarebbe così il quarto passaggio parlamentare tra Berlusconi e un possibile processo sull’inchiesta Agcom.
Fonte: Blitz Quotidiano