Il premier: andare avanti. E apre al ritorno dell’immunità parlamentare. Dal Cdm sì alla relazione Alfano sul piano giustizia. Palamara: «Non ci faremo intimidire»
Mentre il premier Silvio Berlusconi torna a premere sulle intercettazioni e (pare) sul ritorno dell’immunità, il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità la relazione del Guardasigilli Angelino Alfano sul disegno di legge che contiene le linee guida per la riforma costituzionale della giustizia. Palamara (Anm): «Non ci faremo intimidire».
Nel corso della riunione dell’esecutivo, il presidente del Consiglio Berlusconi avrebbe insistito nel chiedere tempi stretti non solo sulla riforma costituzionale, ma anche sulle intercettazioni e sull’immunità parlamentare prevista dal vecchio articolo 68 della Costituzione. Secondo un parlamentare Pdl anonimo citato dai media, il partito del Cavaliere provvederà «a riformare le intercettazioni riproponendo il testo originario del ddl che giace alla Camera», cioè tornando alla versione precedente le modifiche imposte da finiani e centristi le quali, secondo il capo dell’esecutivo, avevano reso «inutile» il provvedimento.
Per quanto riguarda la riforma della giustizia approvata dal governo, il testo prevede la separazione delle carriere di giudici e pm, la divisione in due del Consiglio superiore della magistratura (Csm) e il conferimento di maggiori poteri al Guardasigilli. Non è escluso che – sembra – il governo intenda procedere anche con un ddl sulla responsabilità civile dei magistrati. Un Cdm straordinario sarà convocato nei prossimi giorni per l’approvazione definitiva, mentre martedì si riunirà un comitato di ministri e di tecnici per approfondire i contenuti del testo del ddl.
E scoppia la bufera. «È un copione già visto: ogni volta che emergono vicende giudiziarie che coinvolgono il premier, prima arrivano insulti, poi seguono iniziative legislative punitive per i magistrati – ha detto Luca Palamara, presidente dell’Anm -. Noi non ci faremo intimidire e continueremo ad applicare la legge con serenità, imparzialità e in maniera eguale per tutti e a spiegare quali sono le riforme di cui la giustizia ha bisogno davvero». «Ciò che più preoccupa in questa fase – ha detto Palaara – sono le posizioni di ministri in carica, come quello dell’Istruzione, addirittura degli Esteri e persino Giustizia, che partecipano senza alcuna remora, che pure sarebbe doverosa per la carica istituzionale ricoperta, alla sistematica aggressione nei confronti dei magistrati».
Fonte: Momento Sera