(ANSA) – PALERMO, 10 MAR – ”La legge sulle intercettazioni in discussione al Parlamento e’ contraria alla legge sulla stampa. Impedendo ai giornalisti di riferire fatti di rilevanza sociale si va contro l’obbligo della professione giornalistica e si viene meno alla deontologia professionale”. Lo afferma Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, associazione nazionale per la liberta’ dell’informazione, in occasione della quinta conferenza del Progetto educativo antimafia promosso dal Centro Pio La Torre e dedicata a giornalismo e antimafia. ”La stampa di un paese civile e’ quella che ha come unico proposito quello di riferire i fatti, senza distinzione ne’ privilegi per i potenti – aggiunge – L’orientamento attuale invece e’ quello di introdurre una censura, un controllo sulle informazioni che serve solo all’organizzazione del consenso”. ”I Francese, i De Mauro, gli Spampinato e con loro tutti i giornalisti morti per raccontare la verita’ – osserva Enrico Bellavia, giornalista di Repubblica – non erano super-eroi ma solo professionisti che facevano bene il loro lavoro. Il problema e’ che erano circondati da cronisti che non avevano, e non hanno, lo stesso senso del dovere civile e della deontologia professionale”. ”La decisione della mafia di uccidere dei giornalisti – sottolinea la giornalista Bianca Stancanelli, di Panorama – e’ la dimostrazione di come l’informazione abbia in mano un grandissimo potere, in grado, se ben utilizzato, di poter contribuire a combattere con forza la criminalita’. La cosa triste – conclude – e’ che per questi morti non vi sia ancora una verita’ giudiziaria a causa di tanti, troppi, depistaggi che hanno caratterizzato le investigazioni e che sono stati amplificati anche da parecchi canali di informazione”.
Fonte: ANSA