Camorra, giornalista scopre che la vittima è il padre

Camorra, giornalista scopre che la vittima è il padre

Duplice omicidio a San Giorgio a Cremano: nell´agguato cade anche un innocente. Era il titolare di una officina e il padre di una cronista del “Mattino”. Secondo una ricostruzione investigativa i sicari, dopo aver colpito il loro bersaglio, un pregiudicato per racket, sono tornati indietro per assassinare il titolare dell’officina

Una doppia fatalità. Un caso in cui il destino ha giocato due volte, tragicamente, colpendo a morte un innocente e causando un tremendo lutto a una giovane giornalista, sua figlia, che stava facendo il suo lavoro, quello di informare i lettori su quanto rischiosa e drammatica possa essere la vita nelle nostre città.
Vincenzo Liguori, 57 anni, titolare di un’officina a San Giorgio a Cremano, è stato ucciso senza colpa in una sparatoria contro un pregiudicato, Luigi Formicola, cinquantaseienne titolare di un circolo ricreativo nella stessa strada in cui l’hanno eliminato con ferocia, a pochi metri dall’officina.

Non facilmente ricollegabile a un clan di camorra della zona, Formicola era noto alla giustizia solo per una condanna per estorsione del 2000.

Semplice la dinamica, fatale per l’innocente e per il vero bersaglio dei sicari, in due in sella a una moto con caschi e pistole: Formicola, nel tentativo di sfuggire ai killer che lo inseguivano, ha percorso pochi metri, fino all’officina di via Vecchia San Giorgio, una strada non lontana dal centro della cittadina vesuviana. I due hanno fatto fuoco, sparando all’impazzata. Quindici colpi, uno dei quali ha raggiunto al cuore il meccanico, Liguori, che svolgeva il suo lavoro all’interno, cinque o sei metri dietro il bersaglio. Morte immediata anche per Formicola, a tre metri dall’ingresso dell’officina.
Meno probabile, sebbene non esclusa dalle indagini, quella che inizialmente è circolata come seconda ipotesi: anche quella del meccanico sarebbe stata un’esecuzione, assassinato per aver assistito all’uccisione di Formicola. I carabinieri del Comando provinciale diretto dal colonnello Mario Cinque hanno eseguito i rilievi dopo l’identificazione delle vittime.

Per gli investigatori sarebbe stato un proiettile vagante, sfuggito alla imponente quantità di fuoco destinata al titolare del circolo ricreativo, ad ammazzare il meccanico innocente. Ma non è stato facile ricostruire l’accaduto. Nonostante l’ora, le 19.30, ancora con tanta gente per strada, e la centralità dei luoghi, nessun testimone.

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