L’ondata di suicidi fra i giovani gay che ha investito gli Stati Uniti hanno suscitato notevole preoccupazione. E’ per questo che si è cercato di intervenire lanciando una campagna di comunicazione a sostegno delle persone vittime di bullismo omofobico.
Alla causa si erano uniti qualche giorno fa anche alcuni impiegati di Google (azienda da sempre particolarmente gay-friendly) che avevano realizzato un video raccontando la loro esperienza.
Giovedì scorso, invece, è stata la volta di un’altra testimonianza particolarmente significativa. In giacca e cravatta, il presidente degli Stati Uniti si è seduto davanti ad una telecamera per lanciare il suo messaggio: «Dobbiamo smentire il mito secondo cui il bullismo è una fase di passaggio degli adolescenti, che sia una componente inevitabile della crescita. Non lo è e dobbiamo essere certi che nelle scuole simili comportamenti non accadano più».
Nel suo discorso Obama non si è astenuto dal raccontare la propria esperienza personale, dicendo di non aver mai provato quel tipo di discriminazioni ma di essersi scontrato con quelle che riguardavano il colore della sua pelle.
L’intervento, però, non è piaciuto a tutti: in molti hanno notato una certa discrepanza fra le sue parole e le sue azioni: nei giorni scorsi, infatti, la Casa Bianca aveva chiesto alla alla Corte d’Appello di sospendere per momentaneamente la sentenza del giudice Virginia Phillips che sanciva l’incostituzionalità della norma che vieta agli omosessuali dichiarati di prestare servizio nell’esercito, decisione giuridica che peraltro era già stata recepita dal Pentagono e dai suoi reclutatori.
Fonte: Gayburg blogspot