Lo sfogo della governatrice dopo il ritrovamento delle cimici nel suo ufficio
“Malavita, servizi segreti deviati, aziende che stiamo penalizzando con la nostra azione riformatrice: davvero non so chi possa avere interesse a spiarmi”. Renata Polverini si rigira tra le mani la microtelecamera trovata durante la bonifica del palazzo della Regione Lazio. La mostra ai fotografi, poi indica il muro davanti a lei, 4 metri dalla sua scrivania. “Lì, dietro la tv, c’è una microspia. È ancora attiva, forse ci stanno ascoltando anche adesso”. Sorride, nella conferenza stampa improvvisata, convocata dopo la notizia del ritrovamento di 3 microspie e una telecamera negli uffici della Regione in via Cristoforo Colombo. Ma quello della governatrice è un sorriso tirato. Perché una cimice è stata ritrovata anche nella sua stanza, una seconda in un altro ufficio della presidenza e una terza, insieme alla telecamera, nella palazzina riservata agli assessori. Tutte (una scatolina nera, una più piccola, quadrata, e una specie di antenna direzionale) sono poggiate sulla scrivania della presidente.
“Tutto questo mi crea amarezza – spiega – perché in questo Paese, chi vuole cambiare le cose viene preso di punta”. Ad ascoltarla, oltre alle decine di fotografi, cameraman e giornalisti, ci sono i suoi assessori: da Stefano Cetica a Mariella Zezza a Teodoro Buontempo. C’è anche il coordinatore regionale del Pdl Vincenzo Piso. La ascoltano quando la presidente racconta i suoi sospetti, “le cose che non quadravano”. “Da quando ci siamo insediati – prosegue – abbiamo avuto da subito l’idea che qualcuno potesse avere la possibilità di informarsi su ciò che stavamo facendo, in particolare sui decreti della sanità”. Perché, per la presidente, il problema è sempre quello: il piano di riordino sanitario che sta attuando con un taglio di ospedali e posti letto criticato e avversato. Lei, da commissario straordinario per la sanità, ha firmato numerosi decreti in questi mesi. “Anche a notte fonda. E la mattina dopo mi rendevo conto che erano già alla conoscenza di altri. Per cui pensavo che ci fosse qualcuno che li passava e non solo ai giornali, visto che qualcuno li conosceva anche quando non venivano pubblicati sui quotidiani”.
Adombra anche qualche sospetto sull’opposizione, quando, un po’ sibillina, dice: “Ricordate alcune conferenze stampa? Come quella sul piano di rientro sanitario, in cui le informazioni venivano date un giorno prima della presentazione ufficiale”. Sospetti, appunto, come quelli sulla “malavita, i servizi deviati o le aziende che direttamente o indirettamente stiamo penalizzando con la nostra azione riformatrice”.
Del ritrovamento ha saputo due sere fa, di ritorno da Verona dove aveva partecipato a Vinitaly. “Abbiamo informato immediatamente prefetto e procura che dalla nostra bonifica erano saltate fuori queste cimici”. Una bonifica iniziata sabato, quando gli uffici erano chiusi, e andata avanti per tutta la giornata di domenica, durante la quale sono state ritrovate microspia e telecamera. Controlli che, finora, dal giorno dell’insediamento alla Regione Lazio, non erano mai stati fatti, nonostante quanto fosse successo al suo predecessore Piero Marrazzo. “Dite che è una prassi? – risponde ai giornalisti che glielo fanno notare – Non credo che lo sia nei Paesi normali”. Ora attende che la procura avvii le sue indagini. “No – sorride – non tempo per la mia persona. Mi auguro di no. Non ho fatto male a nessuno”.
Fonte: Repubblica Roma