Intercettazioni, le mogli degli estorsori: «Guadagna di meno, ma siamo sereni»

Intercettazioni, le mogli degli estorsori: «Guadagna di meno, ma siamo sereni»

Le donne ercolanesi imploravano i loro uomini di abbandonare la vita da camorristi

NAPOLI – La moglie implora il marito: «Guadagna di meno ma almeno non rischi di finire in galera». È quanto emerge da un’intercettazione nell’ambito dell’indagine che ha portato in carcere 15 persone a Ercolano in un’operazione contro il racket. «Amico mio – dice una donna rivolta al suo uomo – tu quanto guadagni facendo questo mestiere?» E lui: «Guarda, neanche cento euro». E lei: «Fammi stare tranquilla, guadagnane 50 però almeno stiamo tutti tranquilli perchè tanto prima o dopo tu vai carcerato».

Sulla stessa linea le conversazioni tra gli altri membri del clan arrestati. Anche in quel caso le mogli e le compagne imploravano i loro uomini di abbandonare la malavita. Le indagini hanno appurato che ad un certo punto tra gli uomini si è diffuso il timore degli arresti che ha indotto a ripensamenti: «Ma a noi ci conviene di fare questa cosa?» dice infatti, uno degli arrestati in un colloquio intercettato. La vicenda riporta alla mente la scena del film-commedia Così parlo Bellavista di De Crescenzo, quando proprio a proposito del racket il professor Bellavista dialoga con un camorrista che chiede la tangente al negozio della figlia. L’invito che il prof. filosofo rivolge all’estorsore è che in fondo quella vita non è poi così serena, ma sempre a rischio. I soldi così guadagnati infatti, costringono a vivere sempre all’erta, nel timore di essere ammazzati o prima o poi arrestati. Così le mogli ercolanesi implorano ai loro uomini la possibilità di una vita serena.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno

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