E’ tempo di elezioni e numerosissimi sono i votanti che esprimono il proprio parere e contribuiscono alle campagne elettorali tramite social network e siti di condivisione. Accesi dibattiti e consigli sottobanco sono veicolati a tutte le ore del giorno e della notte. C’è addirittura chi, non soddisfatto del proprio apporto politico, decide di testimoniare il proprio voto con foto scattate da cellulari o con micro sistemi video.
Secondo il decreto legge del 1° aprile 2008 n.48 è severamente vietato fotografare o riprendere la scheda, pena l’arresto da tre a sei mesi e un’ammenda da 300 a 1000 euro. Il personale preposto all’interno dei seggi è tenuto a vigilare il corretto svolgimento della votazione invitando i votanti a lasciare in custodia il proprio cellulare e affiggendo molti cartelli all’interno dei seggi. I presidenti non sono altresì autorizzati a perquisire i votanti o ad entrare nella cabina di voto.
Lo scopo del divieto è chiaramente quello di evitare il voto di scambio. Non sono inusuali infatti gli scambi di denaro in cambio di foto nelle cabine elettorali. In queste ore sono davvero numerose questo tipo di immagini che circolano su Facebook e su Twitter che ritraggono elettori mentre barrano il simbolo del partito scelto.
Eclatante è stato il caso di un imprenditore della provincia di Genova, il quale, sorpreso a riprendere con il telefono cellulare le operazioni di voto, ha dato in escandescenze minacciando di portarsi via scheda elettorale e matita. Per questo l’uomo di 44 anni è stato denunciato per turbativa delle operazioni di voto. I carabinieri sono intervenuti in seguito alla segnalazione dello stesso presidente di seggio allarmato per quanto stava accadendo.
Appare inarrestabile questo fenomeno e desta molta preoccupazione l’aspetto strettamente legale. Spesso sono gli stessi politici in candidatura a sovvenzionare questo tipo di atti illegali e quindi sarebbe valido un intervento mirato ad eliminare il problema alla base. Non mancano le intercettazioni telefoniche, condotte con validi strumenti, che attestano compromessi e baratti di ogni genere.