È una domanda che attanaglia la maggior parte dei genitori in tutto il mondo. A dare una risposta ci ha provato uno studio del Pew Research Center di Washington. L’indagine riguarda la gestione della privacy e dei profili da parte dei teenager. Il campione di riferimento riguarda oltre 800 ragazzi dai 12 ai 17 anni.
Ne è risultato che su Facebook, solitamente il social più utilizzato, il 60% degli intervistati mantiene il profilo privato; ben il 14%, invece, ha dichiarato di lasciare il profilo completamente pubblico. E’ bene sottolineare che, per quanto riguarda il social network di Zuckerberg, la soglia di privacy in entrambi i casi è veramente molto labile, dato che, anche chi mantiene il profilo privato può essere rintracciato e contattato.
Come se non bastasse, in molti condividono anche il proprio numero di cellulare. Stranamente ne è risultato che più aumentano i contatti, più accrescono le informazioni condivise, di ogni tipo. Infatti chi ha meno di 150 amici lo condivide nell’8% dei casi, chi ne ha oltre 600 lo fa nel 32% dei casi e così via. Intelligente è l’iniziativa di molti genitori di installare software di controllo sui cellulari dei propri figli. Questi non mettono alla prova la fiducia verso essi, anzi la migliorano. Avendo un ampio controllo sullo strumento (chiamate, sms, localizzazione e ascolto ambientale) permettono ai ragazzi maggiore autonomia nella gestione dello stesso e in maniera del tutto sicura.
Per quanto riguarda la condivisione della propria posizione, molti ragazzi utilizzano FourSquare e altre applicazioni simili, per mostrare in tempo reale dove si trovano e cosa fanno. Nella maggior parte dei casi gli “amici” dei teenager sono compagni di scuola, parenti, amici di scuole diverse, celebrità, allenatori e/o insegnanti. Ma allo stesso tempo è venuta fuori anche una certa facilità nell’inserimento nelle proprie cerchie di persone mai viste, non necessariamente coetanei.
Alla fine l’inserimento di età o dettagli personali al momento dell’iscrizione non è un problema, si può sempre mentire.
Ciò che è emerso dallo studio è stata sostanzialmente una eccessiva mania di condivisione sui social, dove si finisce sommersi da informazioni inutili o poco adatte alla propria fascia d’età e ai propri interessi.
Purtroppo a questo non possono rispondere i comuni sistemi di controllo integrati nei software dei pc, facilmente disinstallabili. Validi strumenti potrebbero essere la chiavetta anti-porno o le key hunter : nel primo caso si tratta di una semplice chiavetta usb che non interferisce con le normali attività di un pc, ma è in grado di bloccare e rimuovere tutti i contenuti pornografici o erotici. Per quanto riguarda le key hunter, sono piccolissimi dispositivi che si adattano alle diverse esigenze, registrano tutti i caratteri digitati sulla tastiera, password e chat comprese ovviamente, evitando spiacevoli sorprese. Tutelare i propri figli è un dovere dei genitori.