Sono più di 200 i funzionari governativi bulgari che hanno un passato da agente dei servizi segreti sovietici – Bozhidar Dimitrov, ministro senza portafoglio con delega per le comunità bulgare all’estero, ha rassegnato le sue dimissioni. La motivazione risiede nel suo passato da agente segreto comunista durante la guerra fredda. Il fatto era risaputo, ma solo ora il premier Borissov ha deciso di richiedere il suo licenziamento, fortemente incorraggiato dallo scandalo scoppiato la settimana scorsa, quando molti diplomatici, che conducono circa il 45% delle 114 missioni bulgare all’estero, si sono rivelate essere ex spie sovietiche.
Quando il primo ministro si era espresso per la loro sostituzione, subito la stampa gli aveva rinfacciato il caso Dimitrov, le cui dimissioni, si prevede, dovrebbero essere accolte dal Parlamento entro Natale. Intanto il premier bulgaro ha ribadito la sua volontà di sostituire le ex spie comuniste, ora ambasciatori. A questo fine è atteso un colloquio con il presidente del paese Gheirghi Parvanov. Quest’ultimo però, socialista ed ex agente sovietico, ha annunciato di manifestare la sua più ridigda opposizione “ad un’eventuale purga con movente politico”. La commissione, predisposta per esaminare gli archivi, ha contato più di 200 funzionari governativi appartenti, in passato, ai servizi segreti comunisti. Tra questi, vi è anche il vice ministro dell’Interno, Pavlin Dimitrov, che prese parte al regime di Todor Zhivkov. Secondo fonti locali, le sue dimissioni sono attese in giornata.
Fonte: Virgilio Notizie