Intercettazioni? Peccato quella legge mancata…

Intercettazioni? Peccato quella legge mancata…

Lo nomina, con evidente rammarico per non averlo condotto in porto, sia al Senato che alla Camera. Dove, per due giorni consecutivi, riferisce sullo stato della giustizia nel 2010. Non ne può fare a meno il Guardasigilli Angelino Alfano. Quel disegno di legge sulle intercettazioni, inseguito per due anni consecutivi tra risse nella maggioranza e scontri con i magistrati, se fosse andato in porto, avrebbe salvato Berlusconi dall’inchiesta su Ruby e le notti di Arcore. Le telefonate sarebbero state registrate solo in minima parte, per 75 giorni al massimo, prorogabili poi di 15 in 15 solo in presenza di fatti nuovi e con una procedura estenuante.
Adesso Alfano rilancia e promette di nuovo lo stesso provvedimento, se la legislatura ce la farà a proseguire e l’attuale premier resterà in sella. «Non abbiamo certamente rinunciato alle nostre idee. Non abdico sulla riforma delle intercettazioni e su quella costituzionale, su cui non credo che ci sarà condivisione». Dall’opposizione si levano subito le barricate del democratico Felice Casson e del dipietrista Luigi Li Gotti. Gli fa sponda solo il ministro per l’Attuazione del programma Gianfranco Rotondi che fotografa la realtà di questo governo («Purtroppo dopo due anni e mezzo devo ammettere che non abbiamo fatto nessuna legge») e poi si scaglia contro lo strumento delle intercettazioni («Ognuno è libero ancora di sputtanare chi vuole mettendo colloqui privati sui giornali»). Tutti gli altri, almeno, se ne stanno zitti.

Fonte: Repubblica Blog

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *