Un hacker ruba $12 milioni di poker chips da una società americana. Dibattito in Inghilterra

Un hacker ruba $12 milioni di poker chips da una società americana. Dibattito in Inghilterra

Ashley Mitchell, 29 anni originario di Little Park Road Paignton, ha ammesso davanti al giudice di aver violato il sistema della Zynga Corporation, società americana di gioco, rubando chips per un valore di circa $12 milioni ; l’hacker Inglese ha poi venduto alcune delle fiches sul mercato nero per £ 53.000. L’uomo d’affari è comparso ieri presso la Exeter Crown Court e si è dichiarato colpevole dei cinque capi d’accusa relativi alla pirateria informatica insieme con altri 41 altri reati contestategli.

Il giudice Philip Wassall ha dichiarato che Mitchell ha di fronte a sé una lunga condanna per i reati di sofisticazione e frode informatica, per i quali sono previste pene molto severe nel Regno Unito. Il Procuratore Gareth Evans ha dichiarato alla stampa britannica :” L’imputato ha venduto circa un terzo delle chips di poker e le stava vendendo per circa £430 per miliardo. Il valore totale in caso di vendita sul mercato nero sarebbe stato di circa £ 184.000.” Il Procuratore ha poi continuato a discutere sulla sicurezza del mercato online e del sistema, che si sta diffondendo, di acquisire illegalmente le chips e poi rivenderle ad acquirenti interessati all’ulteriore riciclaggio.

Nessuna dichiarazione da parte della compagnia americana, tutelata comunque dalle dichiarazioni della Procura che, nonostante il danno sia difficilmente quantificabile in termini strettamente monetari, ha assicurato che secondo la legge Inglese potrà essere risarcito anche il danno da perdita di giocatori dovuto alla perdita delle chips. Si tratta di una figura giuridica nuova e sconosciuta al nostro ordinamento, ma soprattutto di un precedente importante per la tutela del mercato online.

Questo non è il primo episodio per Mitchell; già nel 2008 l’ex operaio aveva tentato un colpo simile, poi finito con una multa; ora l’uomo è stato rinviato a giudizio a data ancora da destinarsi. Il caso ha suscitato scalpore in Inghilterra per la facilità con la quale Mitchell ha violato il sistema e si è impossessato delle chips, riaprendo il dibattito sulla
sicurezza dei sistemi informatici e delle transazioni online.

Fonte: AGICOPS

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *