Trend Micro promuove iPhone e punta il dito contro Android

Trend Micro promuove iPhone e punta il dito contro Android

Android ha sorpassato iPhone anche negli Stati Uniti. Ma deve vedersela contro l‘accusa di Trend Micro. Il vendor di sicurezza, alla domanda su chi sia più vulnerabile ai cracker (hacker malintenzionati), accusa Android. La piattaforma open source di Google sarebbe meno sicura di iPhone.

A vantaggio di Apple va il tecno-controllo sulle Web apps di terze parti ammesse su App Store. Ma secondo Trend Micro c’è dell’altro: “Android è open-source, il che significa che gli hacker possono conoscere e capire l’architettura e il codice sorgente sottostante,” afferma Steve Chang, chairman di Trend Micro. L’accusa è quanto meno curiosa in quanto finora è stata proprio l’architettura a codice aperto uno dei motivi della maggiore sicurezza di GNU/Linux. Ma Trend Micro dice che per certi tipi di virus sarà impossibile salire sull’iPhone, in quanto Apple è molto attenta alla sicurezza.

Ma a offrire maggiori garanzie di sicurezza è l’iPhone soprattutto per via del meccanismo di approvazione di Apple: ogni Web app deve essere approvata per essere venduta nello store online, e ciò allontana lo spettro dell’attacco. Google però spiega: “Android ha iniziato ad informare gli utenti sul fatto di non concedere mai fiducia illimitata agli sviluppatori di applicazioni.”

Adesso negli Usa si apre la vera concorrenza tra iPhone e Android, visto che entrambe le piattaforme (Apple iOS e Google Android) sono in vendita fianco a fianco presso Verizon dal 10 febbraio. Secondo l’analista di PRTM la versione Verizon e Cdma di iPhone potrebbe cannibalizzare fino a 2 milioni di unità di Android vendute all’anno.

Gli Smartphone sono il Mobile computing (il next PC) e a preoccupare Trend Micro è l’adozione di fascia enterprise, dove la perdita di dati può essere pericolosa e avere impatto sul business di un’azienda. Anche Apple iOS non è immune dalle minacce alla sicurezza: infatti l’iPhone è a rischio con attacchi subdoli, come gli attacchi social-engineering, che fanno cadere gli utenti nella trappola di scaricare o installare software malevolo, solo all’apparenza autorizzato.

Fonte: IT Espresso

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