Processo Greco, sotto accusa le intercettazioni di Tarantini

Processo Greco, sotto accusa le intercettazioni di Tarantini

Contestata la regolarità dei decreti autorizzativi di circa 11.000 intercettazioni telefoniche, disposte dall’allora pm Emiliano nel processo al consigliere regionale della lista di centrodestra ‘La Puglia Prima di Tutto’ Salvatore (‘Tatò) Greco, accusato di associazione per delinquere, corruzione e falso in concorso con Gianpi e il fratello

Il difensore di Gianpaolo Tarantini, avvocato Nicola Quaranta, ha presentato un’eccezione sull’inutilizzabilità delle intercettazioni telefoniche disposte nell’ambito dell’indagine che nel maggio 2010 ha portato al rinvio a giudizio del consigliere regionale della lista di centrodestra ‘La Puglia Prima di Tutto’ Salvatore (‘Tatò) Greco, accusato di associazione per delinquere, corruzione e falso in concorso con i fratelli Gianpaolo e Claudio Tarantini: i fatti contestati risalgono a dieci anni fa e per molti dei reati contestati è in vista la prescrizione.

L’avvocato Quaranta, durante l’udienza del processo in corso davanti ai giudici della prima sezione collegiale del Tribunale di Bari, ha eccepito la regolarità dei decreti autorizzativi di circa 11.000 intercettazioni telefoniche, disposte dall’allora pm Michele Emiliano (del totale delle conversazioni intercettate l’attuale pm titolare del fascicolo, Giuseppe Scelsi, ha chiesto di produrne circa 500). La Cassazione si è già espressa in passato per fatti simili, dichiarando inutilizzabili le intercettazioni i cui decreti non fossero a norma. I giudici si sono riservati di decidere entro l’udienza del 28 marzo. Se accogliessero l’eccezione presentata dalla difesa, sarebbe notevolmente ridimensionato il materiale probatorio a carico degli imputati, basato in gran parte proprio sulle intercettazioni.

In questo processo sono imputati, oltre a Tato Greco e ai fratelli Tarantini, anche gli allora primari di ortopedia degli ospedali di Putignano Raffaele Bancale, Monopoli Paolo Dell’Aera e San Severo Rossano Cornacchia. Secondo l’accusa Greco, con i fratelli Tarantini, prese parte a un’associazione per delinquere finalizzata ad influenzare i vertici delle aziende ospedaliere pugliesi nell’acquisto dei prodotti sanitari commercializzati dalle società della famiglia Tarantini delle quali Greco è ritenuto dall’accusa socio occulto. ‘Gianpi’ dovrà difendersi anche dal reato di detenzione e spaccio di droga (per i presunti coca-party nella sua villa di Giovinazzo).

Fonte: Repubblica Bari

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