Intercettazioni, il Vaticano trema.

Intercettazioni, il Vaticano trema.

Come è facile apprendere dai giornali, in questi giorni si sta facendo luce sulle fughe di notizie riservate del Vaticano, i cosiddetti “VatiLeaks”, portati alla conoscenza dell’opinione pubblica, a cui svelano tutta una serie di tensioni interne alla Santa Sede. Documenti che ritroviamo nel documentatissimo libro di Gianluigi Nuzzi dal titolo “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI”, nel quale sono contenuti moltissimi documenti riservati e carte private del Papa su vicende di cui si è molto discusso: dal caso Boffo al caso Viganò, dalle polemiche sull’Ici e la Chiesa (ci sono carte sui contatti tra lo stesso Gotti Tedeschi e il ministro Tremonti sull’argomento) alle leggi italiane che il Vaticano avrebbe voluto fossero cambiate, in particolare su temi etici.

In seguito a tali rivelazioni, Papa Ratzinger non solo, già dallo scorso anno, ha incaricato una bonifica del Vaticano dalle microspie ambientali utilizzate per intercettazioni che hanno costituito poi materiale processuale, ma ha istituito una commissione d’inchiesta cardinalizia composta dai cardinali Julián Herranz, Jozef Tomko e Salvatore De Giorgi, in modo da poter indagare non solo su semplici cittadini, ma anche sui porporati.

L’indagine aperta in Vaticano contro le fughe di documenti ha conosciuto in questi ultimi giorni sviluppi clamorosi, e ha portato direttamente nell’appartamento del Papa. È stato infatti messo in stato di arresto (non di “fermo”, in quanto in territorio vaticano non esiste) perché trovato “in possesso illecito di documenti riservati”, niente meno che “l’aiutante di camera” di Benedetto XVI, il maggiordomo del Papa, in assoluto una delle figure più vicine al Pontefice insieme ai segretari personali. Paolo Gabriele, infatti, è sospettato di essere uno dei circa 20 “corvi”, coloro che hanno portato all’esterno carte segrete del Vaticano e persino lettere private del Papa che, alla notizia dell’arresto del suo fidato, si è mostrato addolorato, seppur consapevole degli intrighi che stanno scuotendo dall’interno la Santa Sede.

Non è stato colpito solo Gabriele: il Consiglio di Amministrazione dell’Istituto per le Opere Religiose (IOR) ha chiesto le dimissioni del presidente Ettore Gotti Tedeschi. L’accusa è quella di aver diffuso notizie riservate senza giustificato motivo, di aver accentrato poteri a lui non spettanti, non rendendo conto del proprio operato al Consiglio di Amministrazione e di aver tratto da queste informazioni vantaggio personale.

Dopo mesi di bufera sul Vaticano a causa dei ‘Vatileaks’, di “veleni”, di sotterranei scontri di potere, il giro di vite sui presunti “corvi”, “gole profonde” verso la stampa, ha avuto una stretta improvvisa negli ultimi giorni. Oltre all’indagine interna condotta dalla Gendarmeria, guidata da Domenico Giani, e supervisionata dalla Commissione cardinalizia, la Santa Sede ha annunciato che ricorrerà alla giustizia contro furto, ricettazione e divulgazione di “notizie segrete”, descrivendo la pubblicazione dei documenti come “un atto criminoso”, un terremoto che sta scuotendo la Chiesa dall’interno, un po’ com’era stato predetto dal quarto segreto di Fatima. E chissà se basterà la “roccia della fede e della parola di Dio” a far uscire indenne l’istituzione ecclesiastica che vede molti suoi membri di spicco coinvolti in reati di corruzione, malversazione, pedofilia ed addirittura massoneria.

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