Cina e Giappone, spionaggio a bordo

Cina e Giappone, spionaggio a bordo

Le automobili di Hong Kong sarebbero da tempo sotto il controllo diretto delle autorità di polizia, con queste ultime in grado di intercettare con estrema facilità eventuali contrabbandieri impegnati a trasportare merce oltre confine. I dispositivi per l’intercettazione sarebbero stati installati su migliaia di auto a partire dal lontano 2007. Naturalmente gratis.

Le autorità di Pechino chiamerebbero gli scatolotti radio – non più grandi di un PDA – “schede di ispezione e quarantena”, e stando alle ricerche e analisi di Zheng Liming – professore associato di Ingegneria Elettrica presso l’Università di Hong Kong – si tratterebbe proprio di dispositivi in grado di comunicare con facilità la posizione dell’auto su cui sono installati.

A confermare l’efficacia del dispositivo sarebbero soprattutto i contrabbandieri, i quali già da tempo avrebbero notato una insolita precisione della polizia cinese nell’individuare e “colpire” il bersaglio rovinando il business del bravi ragazzi asiatici. I guidatori, ovviamente, non sono molto felici della scoperta e denunciano l’ennesima violazione alla privacy del governo di Pechino.

Ma in quanto a strumenti di intercettazione o tracciamento anche il mercato non è da meno: esplode nella blogosfera la notizia secondo cui l’automobile elettrica LEAF – realizzata dalla nipponica Nissan – è in grado di comunicare ogni genere di informazioni sull’automobile, la sua posizione geografica e la direzione in cui sta andando nel caso in cui si usi la funzionalità CARWINGS per visionare i feed RSS sullo schermo integrato nel cruscotto. CARWINGS non accetta i cookie, nondimeno potrebbe rappresentare una miniera d’oro per le società alla caccia di dati di geolocalizzazione a fini commerciali.

Fonte: Punto-informatico.it

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